Se il 1925 fu l'anno della rifondazione del Partito e del Movimento nazionalsocialista, il 1926 segna l'inizio di un importante cambio di marcia su più fronti, volto al rinsaldamento, al consolidamento di entrambi. Come si avrà modo di evincere dagli scritti e dai discorsi di Adolf Hitler - che continuerà a solcare più e più volte le aule di tribunale -, tante e variegate saranno le dispute e le battaglie che lo vedranno protagonista per rendere sempre più chiari gli obiettivi del Partito, per affermare, ancora una volta, l'integrità e la coerenza - passate e presenti - del Movimento, per conquistare i Volksgenossen irretiti dal marxismo e dalle idee internazionaliste. A dispetto, infatti, dall'altalenarsi di conferme e revoche del divieto di parola impostogli, eccolo frequentare ambienti diversi della società tedesca e rivolgersi ai capitani d'industria, eccolo presentarsi a tre o quattro riunioni in una stessa sera, eccolo occuparsi dei confinanti fratelli tedeschi (annunciando l'"Anschluss" dello NSDAP austriaco a quello tedesco) e del problema sudtirolese (prendendo le distanze da quel patriottismo di facciata che soffiava sulla questione). Un anno, quindi, di intensa attività, durante il quale, dietro al "tamburino", inizia ad affacciarsi lo statista.