Negli anni Novanta uscirono alcuni quaderni che raccontavano il dietro le quinte di una qualunque federazione del Movimento Sociale Italiano della penisola. Tali appunti erano scritti in forma ironica e tagliente ed anticiparono un'analoga letteratura che ebbe una certa diffusione qualche anno più tardi, quando altre penne scrissero di quel periodo. In effetti si trattava di una zona grigia, spesso mal descritta dai media o - ancora peggio - volutamente forzata da avversari politici: i "neofascisti" erano e dovevano restare teppaglia senza faccia né sentimento Forse per dare equilibrio o per fare luce su quella zona d'ombra, ecco che allora vari protagonisti di quei giorni decisero di lasciare memoria di come fosse la realtà, descrivendo così persone, azioni e luoghi.