Una sanità pubblica equa e universalistica è la conquista raggiunta dall'Italia grazie alla Legge 833 che il 23 dicembre 1978 istituiva il Servizio Sanitario Nazionale e che ancora oggi ci permette di essere curati e assistiti come prevede la nostra Costituzione. Ripercorrere la storia che portò all'approvazione di quella riforma attraverso la lettura del dibattito parlamentare di fine anni 70 ci mostra come e quanto i deputati e i senatori di allora si siano impegnati per applicare il diritto costituzionale alla tutela della salute. Non a caso, infatti, il primo articolo di quella che venne definita "legge di riforma sanitaria" si richiama esplicitamente all'articolo 32 della Costituzione: "la Repubblica tutela la salute come fondamentale diritto dell'individuo e interesse della collettività mediante il servigio sanitario nazionale". Oggi questo bene così prezioso è sul punto di andare perduto per sempre a causa di un imponente e costante definanziamento della sanità. Ciò non può e non deve accadere. Tutte le forze politiche hanno il dovere di realizzare quella "concordia nella diversità", citata a suo tempo da Aldo Moro, per non disperdere quel patrimonio di servizi, professionalità e umanità e per continuare a garantire le migliori opportunità di ricerca, cura e assistenza per i cittadini. Il nostro Servizio Sanitario Nazionale è una storia da continuare.