Il «realismo politico» è spesso ridotto a una concezione cinica e a-morale della politica interna e internazionale. Senza alcun dubbio, i pensatori realisti guardano con sospetto ogni forma di utopismo e rifiutano qualsiasi visione ottimistica della natura umana, della storia e della politica. Eppure, sottolineando il ruolo del potere, del conflitto e dell'interesse, in ciascun comportamento individuale o in tutte le imprese collettive, essi non solo propongono un criterio di interpretazione della realtà politica, ma esprimono anche una teoria critica delle patologie del potere. Questo volume - soffermandosi sulla riflessione di Tucidide, Sant'Agostino, Machiavelli, Hobbes, Carr, Morgenthau e Niebuhr - intende fornire un contributo a un migliore intendimento della inesauribile ricchezza delle tante sfumature della tradizione realista nella storia del pensiero politico internazionale.