La guerra non potrà cessare veramente se non rispettando la vigente costituzione ucraina del 1996 relativa a uno stato poi indipendente. Il che implica cessazione di trinceramenti russi dietro presunte aggressioni Nato, invocate per giustificare interessi russi sul Mar Nero e annessioni e referendum farsa non internazionalmente riconosciuti. Tale costituzione ispirerà la tutela delle minoranze russofone. L'orientamento europeistico-occidentale del paese non può non essere rispettato anche secondo la Carta dell'Onu, di cui sia Russia che Ucraina sono membri. Il carattere disumano dei modi dell'aggressione armata dell'Ucraina implicherà un adeguato risarcimento dei danni nonché sanzioni per ogni reato commesso in loco dalle forze armate russe. Gli orientamenti politici e culturali in gioco andranno diplomaticamente valutati tenendo conto della storia principalmente europea e non asiatica della Russia, che ne ha plasmato la modernità, a fronte di orientamenti legittimamente pluripolarizzanti asiatici, anche cinesi e indiani, purtroppo ancora oggi astensionisti, in un quadro competitivo di pacifica e solidale convivenza. Il nodo del tutto è il presidente Putin, il cui protagonismo armato ha tradito le speranze internazionali della transizione postsovietica, adottando un suo personale separato apparato che non gli dà il consenso della sua patria ma appelli di università, di madri che hanno perso i loro figli in Ucraina [...]