È ormai diffusa l'idea che, dopo gli anni difficili dello Stato legislativo e della democrazia parlamentare, siamo entrati - noi europei, noi occidentali, forse addirittura noi umani - nell'età dello Stato o della democrazia costituzionali. Vi sono peraltro differenze fra questa e le tante retoriche dell'inaudito che affollano la comunicazione contemporanea. Questo lavoro esamina appunto le implicazioni giuridiche, politiche ed etiche dell'idea di Stato costituzionale: il neocostituzionalismo, che si candida a teoria del diritto più adeguata al costituzionalismo globale; la democrazia costituzionale, come superamento più che completamento della democrazia parlamentare; il pluralismo dei valori, come metaetica più idonea ad arbitrare il conflitto fra valori, principi e diritti costituzionali.