La conquista del governo da parte della destra rappresenta il punto di arrivo del populismo iniziato con la scomparsa dei partiti storici della democrazia italiana e l'avvento al potere di Silvio Berlusconi cui segue l'inconsistenza dell'esperienza dell'Ulivo, la debolezza genetica del Partito democratico, la stagione del renzismo e l'affermazione del grillismo. Si apre, così, un processo decoattivo della democrazia costituzionale fino al governo di una forza con le radici nel neofascismo salotino e in una Lega sempre più attratta dalla destra antieuropeista, filonazista e filoputinista del continente. In tale scenario è del tutto assente la sinistra e non si colgono nemmeno i segnali di una sua rinascita. Nel libro, attraverso la lente della critica politica, vengono presi in esame i problemi connessi alla crisi della democrazia italiana e ai rischi che corre la Repubblica nata dalla Resistenza che ha nei valori dell'antifascismo i suoi pilastri storici.