Dopo una lunga fase di rimozione e damnatio memoriae, la figura di Palmiro Togliatti - artefice del maggiore partito comunista dell'Occidente, ma anche tra i principali padri costituenti dell'Italia repubblicana - sta tornando al centro dell'attenzione degli studiosi. Il presente volume analizza il rapporto tra Togliatti e la democrazia italiana, non solo nel senso del contributo fornito dal leader del Pci alla costruzione della Repubblica, ma anche del suo modo di relazionarsi a quella società di massa che della "democrazia organizzata" costituisce la base. L'analisi del fascismo, il legame col pensiero di Gramsci, il rapporto con gli intellettuali, quello con la cultura azionista e quello col mondo cattolico, la dimensione internazionale della rivoluzione antifascista e della "democrazia di tipo nuovo", il ruolo di Togliatti nel movimento comunista sono alcuni dei temi affrontati. Ne emerge il quadro di un dirigente politico che fu il totus politicus ammirato da Benedetto Croce, ma anche un intellettuale a tutto tondo, capace di confrontarsi con questioni ancora all'ordine del giorno, quelle della società di massa, della democrazia intesa non solo come insieme di regole ma come processo partecipativo, del nesso tra quest'ultimo aspetto e il progresso sociale in direzione dell'eguaglianza.