La rapida evoluzione degli scenari globali richiede agli Stati una profonda riflessione sul modello di Europa a cui ispirarsi, uno capace di superare la dicotomia tra due visioni antitetiche del ruolo dell'Unione europea: quella ipercentralista, che tende a reprimere le specificità nazionali, e quella di una confederazione di nazioni sovrane, unite sui grandi temi ma libere di disciplinare autonomamente le questioni di rilevanza nazionale. Questa contrapposizione si fonda su una diversa concezione dell'identità e della missione dell'Europa. La fragilità dell'attuale impianto istituzionale dell'Unione europea è resa evidente dalla crisi economica e politica che la affligge da diversi anni. È quindi necessario ripensare l'Unione, partendo dalla storia europea e riconoscendo ciò che ha reso grande il continente: le sue radici e i suoi valori fondanti. Identità europea, principio di sussidiarietà e deficit democratico sono alcuni dei temi principali trattati nel volume, che include anche riferimenti al peso delle sentenze della Corte di giustizia sulle leggi nazionali e sulla giurisprudenza interna degli Stati membri. Esiste un modello di giudice radicato nella tradizione giuridica europea? Partendo da questo interrogativo, il testo propone una riflessione sulle riforme del sistema giudiziario italiano e sui concetti di autonomia e indipendenza della magistratura.