Questo saggio ha l'ambizione di dimostrare che un'altra Europa sarà possibile solo prendendo coscienza di quelle cause che l'hanno fatta deragliare dai suoi propositi ideali. Un nuovo inizio sarà possibile se si riconosceranno come non casuali gli eventi rivelatisi dannosi per l'Europa; se si comprende che contro di essa hanno agito e continuano ad agire potenti nemici esterni ed interni; se si prende atto che taluni dei compagni di cammino (o soci per meglio dire) sono entrati nel "Club Europa" principalmente per meri scopi mercatisti, cercando (e talvolta riuscendovi) di cambiarne lo statuto fondante; se si superano le pulsazioni vetero nazionaliste (da tutti contro tutti); se si eviteranno le forzature normative e interpretative dei Trattati a vantaggio di alcuni Stati (Germania su tutti) e penalizzanti per altri (Italia su tutti); se si porrà fine, in politica estera, alle fughe in avanti da parte di singoli Stati membri, che hanno causato altrettanti o maggiori danni alla coesione europea di quanto non abbiano fatto le rigidità sui decimali di deficit da parte della Commissione europea; se si lasceranno ai margini delle Istituzioni europee tutte quelle pulsioni o input pseudo valoriali e relativistici che provengono da lobbies o influencer globali, che dividono più che unire e che pretendono di "indicare la giusta via" ai cittadini europei - dove per giusta via si intende il sottostare ai diktat del politicamente corretto.