È l'autobiografia politico-culturale di una generazione di intellettuali "nata" nel grande movimento del *68. Attraverso una riflessione drammatica e continua, Leone de Castris ricostruisce criticamente il lungo processo di crisi della cultura comunista, la storia del declino e, infine, della sconfitta della "egemonia" del movimento operaio, della sfida libertaria e del fallimento della rivoluzione sociale nell'occidente. Tra le molte cause l'autore individua la ragione di fondo dell'attuale disfatta nella mancata verifica del pensiero centrale di Marx ("Le idee dominanti sono le idee della classe dominante").