Dopo la caduta del regime fascista e la fine della guerra, la storiografia ufficiale e la propaganda partitica antifascista hanno accreditato la tesi che il socialismo e il fascismo fossero agli antipodi sotto tutti gli aspetti: culturale, politico, di comportamento. Basandosi su una vasta documentazione non di rado inedita, l'Autore del saggio dimostra invece che tra socialismo e fascismo non vi fu affatto una cesura insormontabile, e che anzi molte delle idee e dei programmi socialisti trovarono pratica applicazione durante il regime. In quest'ottica non vi fu solo una sostanziale intesa programmatica tra fascismo delle origini (Fasci di Combattimento) e socialismo, ma ma continuità anche durante il regime al potere. Prova irrefutabile ne è l'adesione della stragrande maggioranza dei dirigenti socialisti di primo piano al fascismo e al suo Duce, al cui confronto gli antifascisti socialisti fuoriusciti all'estero appaiono un'infima minoranza del tutto trascurabile.