Un Paese sempre più disgregato, aggrappato a un'idea di mondo che è, spesso, ripiegamento nostalgico. Un senso di sfiducia che trova sponde fertili in linguaggi e culture politiche che flirtano con la violenza. Possiamo riflettere sul razzismo contemporaneo senza tenere conto del nostro passato coloniale? La paura dell'"altro" può essere disgiunta dalla paura dell'"altra", all'origine di ogni sessismo? Come interpretare il culto della Nazione che si riaccende proprio nel pieno dello smantellamento dello Stato sociale? Il nesso tra politica e violenza fotografato da quattro interpreti del nostro tempo, alla ricerca degli anticorpi che ci consentono di riscoprire il legame sociale. Senza relazione non ci restano che le paure.