Tommaso Ventura, insigne giurista, ma anche un grande iniziato e un appassionato cultore di discipline esoteriche, è stato un interprete del pensiero di Dante Alighieri e del messaggio iniziatico delle sue opere. I Fedeli d'Amore, la cui esistenza va considerata come una realtà e non come una ipotesi di studio, costituirono - secondo l'interpretazione di Ventura - una di quelle varie sette a fondo iniziatico che, con il fine di riportare nel mondo il culto della Verità, influenzarono la vita medievale in quanto eredi di quelle Unioni culturali umanistiche ed iniziatiche sorte a Roma già nel II° secolo a.C. Inquadrati tra la strage degli Albigesi e quella dei Templari, essi perseguirono un fine di rinnovamento civile e religioso, opponendosi ad ogni manifestazione di dogmatismo dottrinale. Secondo Ventura, la Vita Nuova è intimamente collegata con la Divina Commedia, tanto da poterne essere considerata l'indispensabile proemio. Essa è infatti tutta simbolica e intrisa di significati esoterici e misterici, e riguarda la vita iniziatica di Dante ed i suoi rapporti con i Fedeli d'Amore e con la Sapienza che essi coltivavano, che Dante impersonò e immortalò in Beatrice.