Il serpentino è una raccolta di liriche bilingue all'origine: l'autore propone al lettore l'immediata traduzione per una doppia fruizione, come se fosse l'esecuzione stereo di una stessa melodia. La forza vitale delle immagini e la guizzante energia delle figure retoriche sono infatti le medesime nei testi a fronte, ognuno affiancato alla propria traduzione, ma ciò che la doppia lingua permette di afferrare è proprio la differente musicalità dei due diversi sistemi linguistici, il reciproco punto d'attacco sulla parola laddove essa abbandona la sua scorza ordinaria per diventare poesia. Queste liriche sono l'inno alla gioia di vivere, alla curiosità che si prova di fronte all'esistenza e alle sue rappresentazioni, prima fra tutte la cultura e i suoi più alti esponenti. Ed ecco che a Drumcliff, di fronte alla semplicità di una tomba spersa tra le tante croci celtiche, non si può non provare ammirazione per il nome che porta: Yeats. È lo stesso sentimento che ci assale in biblioteca, tra gli scaffali gremiti di "provviste per la vita". Non manca la percezione del fuggire inesorabile del tempo e della certezza della morte, né la coscienza delle storture della storia passata e contemporanea. La poesia di Valerio Innocenti è l'invito a guardare a un'era novella, nonostante ciò che siamo e siamo stati, è "percepire il caffè quotidiano/ come ambrosia in coppa dorata".