La poesia di Tradigo è essenzialmente visiva e uditiva, basata cioé sui sensi che san Tommaso designa come "maggiormente conoscitivi". Quanto alla vista, è superfluo esemplificare perché tutto il libro è accarezzato dallo sguardo del poeta; per l'udito, ascoltiamo: "Cerco la fonte di questo antico cinguettare di passeri dai colmi dei tettie giù dentro le gronde"... fino alla conferma che sta nel titolo della poesia: Nel suono il senso. Anche i sensi meno "conoscitivi" sono evocati dal poeta in angolatura che va oltre il senso. L'olfatto è soddisfatto da una sola goccia della colonia del padre "Sulla pelle rasata di fresco, poi la nostra corsa in lambretta verso la roggia gelata o l'ansa tranquilla del fiume". E il gusto si appaga di baci furtivi: "Più dolce il sapore dei fichi rubati così dei tuoi baci ritrosa amica mia".