"Un dire che è evocare, un evocare che è fissare un'immagine - con il suo color seppia che sa d'antico - non in una cornice dorata, ma sulle pareti di un tempo che manda ancora lampi dalle sue ceneri. E chiama a un rammemorare che salva volti, sorrisi, toni di voce, colori di abiti, forme di oggetti, per disporli dinanzi a sé, e dinanzi al lettore, come figure di un'epoca trascorsa e insieme di un'affezione che resiste al fuggitivo. La storia di Margherita è una biografia per flash poetici, nei quali le parole si cercano tra di loro per ricomporsi in un ritratto, in un ricordo, in un gesto perduto e allo stesso tempo sospeso ancora nell'aria." (dalla postfazione di Antonio Prete)