Da una personale griglia di osservazione della realtà, l'autrice modula l'irrazionale poetico con le conoscenze scientifiche e l'amore per il mondo classico. La sua palingenesi è la terra generatrice, la natura col suo continuo rinascere, la natura in cui il tempo si inanella in una catena di cicli nel perenne girar delle stagioni. Ella sente sue le emozioni di Titiro che gode l'ombra degli alberi, sue le suggestioni del ronzio delle api operose e dei dialoghi canterini tra i rami della magnolia nel suo giardino. Altre forme di conoscenza sono il ricordo degli affetti più cari, espresso con toni di accorata elegia, e una profonda empatia per l'infinita gamma delle vicende umane, che si sostanzia in intime riflessioni. La gioia e il dolore, la libertà e la responsabilità, la guerra e la pace di un Giano bifronte azionato dalle scelte dell'uomo, l'esodo di masse dall'Africa all'Europa che pone problemi cui non siamo adeguatamente preparati, sono temi di brevi componimenti in cui aleggia costantemente il senso di un tempo lineare che scorre inesorabilmente. Le parole, nette asciutte vibranti, si allineano ritmiche come note su un ideale pentagramma.