La notte, fatta per pensare, è il momento in cui scrivo parole che ho dentro e che non ho mai detto. Ognuno ha il suo modo di esprimersi, di urlare, il mio è in silenzio, attraverso versi che scrivo di getto. Pensieri impetuosi che a ruota libera si gettano sulla carta. Il verso è assiduamente libero e le rime si ritrovano casualmente. Non ritroverete schemi meticolosi, parlerà di sentimenti puri, emozioni forti e insicure, paure nascoste, del coraggio per sé stessi e osservazioni sull'altro. Tutto quello che c'è in me, in te; solo parole su pagina bianca. Mi valgo della scrittura per sfogarmi l'animo, per urlare al mondo cosa penso. Mi valgo dell'arma della parola per lottare con la mia anima, messa a dura prova dal muro, spesso invalicabile, delle nostre esperienze, attraverso un racconto che mi spoglia l'armatura da combattente. Ho paura di dire troppo e di non dire niente. La poesia, è colei che sola è in grado di farmi accedere ai meandri del mio spirito, a dimensioni non lecite a chi inganna se stesso: mi tende la mano e mi accompagna al ballo della vita, fatta di dolore e di gioia che mantengono alta la fiammella aggredita. Vorrei trasportarvi in un viaggio immaginario al centro di voi stessi e vorrei che provaste le emozioni che sentite di provare indipendentemente da quelle che talvolta credo di sentire io, in un testo universale, che in una qualsiasi forma influenzi sia me che voi. Scrivo versi per urlare al mondo, in modo semplice e senza imbroglio, non pretende d'esser capito, ma d'essere colto. È come se fossi sempre al buio, poi scrivo e divien giorno.