Marcello Tagliente pubblica qui una delle sue raccolte poetiche più belle ed ispirate. Ispirate, fatalmente, dal dolore e dalla disperazione ma proprio per questo catartiche e in qualche misura rasserenanti, se per rasserenanti intendiamo quel precipuo stato d'animo che ci prende quando, percependo acutamente la dimensione di una tragedia che incombe luttuosa, riscopriamo ancora una volta i più intimi moti del cuore che, a prescindere dalla realtà delle cose come appunto quelle tremende dell'Ucraina, continuano a fungere da presidio sicuro e incrollabile della coscienza, testimoni imperiture della bellezza, proprio nel senso antico teorizzato da Aristotele nella Poetica.?Nei suoi versi la catarsi poetica assume un respiro universale e non è più soltanto connessa con l'Ucraina, le sue donne, i suoi uomini. In questo libro ci siamo tutti e nello stesso tempo nessuno in particolare. Eppure siamo proprio noi, cioè gli abitanti di questa terra poetica, che possiamo procedere in lungo e in largo alla ricerca della speranza e della quiete interiore, di cui il libro ci parla continuamente ma come perdita o almeno doloroso smarrimento.