Simona Stoppino, ligure, da sempre in poesia, riscopre con questa raccolta la lingua madre che anni di vita in Inghilterra, Olanda e Germania avevano relegato al colloquio con sé stessa e con la famiglia. Il ritorno alla sua terra suscita in lei l'urgenza di riappropriarsi della sua voce. Scrive in endecasillabi, un metro antico, amico del ricordo, della memoria, ma anche nuovo, prepotentemente affabulatore: un ritmo che è scoperta di sé, ora dolorosa, ora trionfante. La poesia di Simona Stoppino è scritta a corpo. Come suggerisce il titolo della raccolta, è parola manuale: non passiva registrazione di sensazioni, ma percorso tattile sulla pelle viva, incisione profonda nella carne dell'anima.