Dorso mondo è un libro elettrico. Sono elettriche le sue parole, i suoi suoni, le sue voci, le sue musiche e le sue immagini. È dunque un'opera vibrante, che si espande e cortocircuita: in due lingue, italiano e francese, in tre codici (ma forse di più), testo, voce ed immagini, in quattro protagonisti, anche se l'autore infine, per quanto collettivo, avrà un nome e cognome. Un poema macchinato e dunque, oggi, naturalissimo e contemporaneo. È lì apposta per dimostrare che chi crede che la poesia in voce e suono sia più 'facile', sta scambiando il divertimento (che è cosa complessa) con il semplicismo. E siccome è orchestrato collettivamente sta lì a dimostrare anche che l'arte fatta insieme è spesso molto soddisfacente per chi la fa e per chi la fruisce. Che è una possibilità contemporanea. Ed è infine la prima scommessa di uno dei migliori poeti europei delle giovani generazioni: Gabriele Stera, che è il regista di questo film. (L.V.)