L'amore come stato esistenziale primario è il sentimento che ci divora le viscere, la mente. È un'ossessione deliziosa, intrigante, di cui non si può fare a meno. È una malattia cronica, senza una terapia davvero efficace, subdola perché trasforma le fiamme vivide della passione in un fuoco inarginabile e devastante. Rimangono solo ceneri azzurre di un fiore raro, una specie di Sacro Graal difficile da trovare, pericoloso da raccogliere, mortalmente sapido. Nei suoi brevi capitoli di una storia ancora in divenire, l'autrice utilizza termini e concetti in una sorta di loop verbale che oltre ad una forma espressiva personale, sembra risuonare come un beat ritmico, percussivo, che riporta forzatamente l'attenzione sulla pulsazione del cuore e sull'ossessione che la mantiene vivida. Ogni incipit, ogni parola ripetuta più e più volte si assembla con le altre simili creando l'ultimo (o il primo) capitolo di questo racconto lirico su un fiore color azzurro mare.