Isabella Panfido e Mauro Sambi hanno scoperto qualche anno fa di condividere la passione per i sonetti del Bardo, e di averne tradotti e pubblicati entrambi: l'una in un veneziano sapido, antico e sperimentale, inventato dal vero; l'altro, memore della lezione di Paul Valéry («Il grande interesse dell'arte classica sta forse nella serie di trasformazioni che essa richiede per esprimere le cose rispettando le condizioni sine quae non») in un italiano alto che rincorre la forma e l'aura sonora dell'originale, tra ossessione e sottile ironia. Sono 33 i sonetti proposti da Isabella Panfido in Shakespeare alla veneziana (SV; Treviso, Santi Quaranta, 2012) e 19 quelli pubblicati da Mauro Sambi in diverse sedi e ora raccolti in Quel tanto nella voce. Di questi, un buon numero compare in ambedue gli autori. Da qui è nata l'idea - il gioco - di estendere l'intersezione. Affianca i testi una selezione delle xilografie di Eric Gill (1882-1940), maestro della tipografia del Novecento.