"Il Vangelo secondo un poeta" potrebbe, nel suo genere, rappresentare una novità nella storia millenaria della Letteratura Devota, nel cui contesto non è rintracciabile "in versi" un Vangelo "compiuto", se si esclude la Parafrasi del Vangelo di Giovanni di Nonno da Panopoli (V sec) il quale, come esplicita già nel titolo, trascrive in esametri l'opera dell'Apostolo seguendo fedelmente il testo originale. Un Vangelo "in versi" non si riduce, comunque, ad un mero esercizio letterario; semmai può perseguire una rivisitazione, quasi ieratica, delle tante espressioni poetiche con cui, come riportano i Vangeli Canonici, Gesù sublima il suo messaggio di redenzione sullo sfondo di campi, di messi, di greggi, di stagioni. Fede e poesia convergono in ogni tempo, a partire dai Salmi. Nel TrattatelIo in laude di Dante del Boccaccio si legge: "Dico che la teologia e la poesia quasi una cosa si possono dire, dove uno medesimo sia il soggetto, anzi dico di più, che la teologia niun'altra cosa è che una poesia di Dio". E il Vico esprime la convinzione che la civiltà abbia avuto inizio con la poesia intesa come naturale religiosità dell'animo umano.