Questa raccolta di liriche (quasi tutte in endecasillabi; una in russo; altre in francese, talvolta in alessandrini; inframmezzate da brevi prose di tono epistolare diaristico) continua l'appassionato dialogo del poeta con la tradizione, volendo spogliarne l'enfasi retorica ma custodire una lingua solenne, musicale, lucente, serbata anche attraverso l'esperienza dell'éclat francese o del fervore russo, come si addice all'odierna babele: dove contaminazioni plurime (favorite dallo scambio virtuale) oltrepassano i confini in un istante.