«[...] Le preziose schegge che qui Alberto Schön raccoglie possono fungere da benefico pharmakon per un lettore che, per cronotopo, sia, per l'appunto, un "nipote" cui vengano donati il suono e la figura di un "qualcosa" dell'umano, nell'auspicio di rendere problematicamente prismatica l'esperienza stessa del presente. Un "qualcosa" che possa - forse, e non è affatto scontato - suscitare il germe di una sintesi transgenerazionale rispetto a che cosa sia mai l'"umano" destinato ulteriormente a prodursi. Una "consegna" che costituisce, quale che ne sia la risposta a venire, un atto "etico", necessario e insieme generoso [...]» (Davide Susanetti)