Un testo che completa il ciclo dei "cataloghi" di Sangiuliano, poeta dalle molteplici sorprese, che, ancora una volta, esprime la vivacità di una fantasia e di una scrittura tese a spostare continuamente la prospettiva di uno sguardo sintetico sugli oggetti più disparati (qui paesi, strumenti musicali e caratteri zodiacali), creando eccitanti cortocircuiti di immagini e impreviste evocazioni, con effetti di elegante e divertente ironia, allusiva, satirica e irridente verso tutto, non escluso il poeta. Il fanciullino di Pascoli procede di meraviglia in meraviglia, meravigliando a sua volta, e cresce raggiungendo la dimensione di un "Marziale metafisico" che attraverso il gioco variato di ritmi metrici e richiami semantici automatici si conferma vieppiù irriducibile verso qualunque canone poetico e mai nasconde l'istanza morale che costantemente si annida al centro della sua ispirazione.