Nella produzione poetica di Alessandro Bontempelli il dualismo "contenuto-forma" si risolve felicemente nell'invenzione di un linguaggio nuovo nel quale, tuttavia, l'originalità non sconfina mai nell'eccentricità: le parole della scienza sono collocate nel contesto letterario in modo da riacquistare il loro preciso significato originario, mentre la rigidità dei termini si dilata e trova nel contesto poetico, imprevedibili e affascinanti connotazioni. L'autore riveste infatti la vaghezza indeterminata dell'espressione poetica con il rigore del linguaggio scientifico e se la scienza riconquista nell'espressione poetica la propria valenza e dimensione infinita, la poesia vibra, a sua volta, di mille, fiabesche, "arcane risonanze".