Sorprendentemente teso alla riscoperta dell'elemento simbolico della parola attraverso l'uso spregiudicato della metafora, l'autore sfrutta i suoi studi letterari e filosofici per esprimere in forma frammentaria l'angoscia esistenziale dell'uomo moderno, di fronte alla barbarie della società ipertecnologizzata, che sta lentamente perdendo il contatto con le profondità dell'inconscio. Questo lavoro originale, giunto nel periodo di maturità dell'esistenza, condensa esperienze di vita, in cui la poesia svolge la funzione di tracciante dell'anima, dolente ed al tempo stesso religiosa, che mira alla parola come folgorazione dell'interiorità, latente ma viva. La forza dei sentimenti e il vigore civico sono riaffermati nei versi, ma con essi l'estraneità dell'uomo da se stesso e l'estremo tentativo di recupero dell'autenticità negli anfratti della coscienza, vigile e disarmata.