"Lo scritto che qui segue è in versi. Per giustificare, o per lo meno indicare il senso di questa forma, devo dire in primo luogo che la forma deriva dall'interlocutore cui si rivolge il discorso. Questo interlocutore è insieme il più prossimo - l'interlocutore del discorso interiore - e il più lontano: interlocutore assoluto. Intendo con assoluto anzitutto una nozione negativa: non un interlocutore determinato, come questo o quello o il pubblico. E tuttavia pur sempre un interlocutore. La totalità onnicomprensiva o classe assoluta è auto contradditoria alla presa logica e concettuale (come fu annunciato da Kant e poi abbondantemente mostrato dalle più rigorose formalizzazioni del pensiero matematico), ma è nominabile (lo sto facendo) e irrinunciabile a un pensiero con dignità di senso (è ancora Kant ad accennarlo, dichiarando la funzione normativa ma non conoscitiva delle idee di totalità)." (dalla nota dell'autore Marco Salvatico)