C'è il gelido soffio delle Operette morali negli arcani, mirabili e spaventosi, di Guarini. Inquietante è la grazia con cui il poeta fa danzare le sue oscenamente innocenti creature sulle acque inesorabili dei propri versi. Non arretra davanti al Dio misterioso e beffardo che anima la natura; nessun subdolo progetto cosmico che la poesia non possa portare aldilà del bene e del male, o al di qua, nel caos primigenio ove bene e male sono intrecciati come piante lacustri.