«"Né il fiore né il baratro" è l'opera prima di Giovanni Rossi, una silloge poetica il cui titolo suona perentorio, come una dichiarazione di stasi in un limbo. Non il fiore che sarebbe potuto sbocciare da un seme gettato nella terra, ma neanche il baratro, sul cui ciglio il giovane poeta si è fermato in tempo e da cui, ora, misura la distanza e la memoria (...) Giovanni viaggia con la sua anima smarrita, da un punto all'altro del mondo, e dentro geografie interiori che non concedono coordinate a chi volesse seguirlo. Quasi un cammino mistico e criptato intorno a un desiderio cocente che il poeta riesce ad annientare.» (Dalla Prefazione di Angela Argentino)