Libro "minore" come lo definisce la stessa Rosselli, Appunti sparsi e persi (1966-1977) è strutturato in forma di dittico: nella sezione Poesie accoglie un gruppo di liriche in origine concepite per la raccolta Documento ma poi escluse dall'edizione definitiva, mentre nella sezione Appunti raduna quelli che l'autrice chiama nella prefazione "lampi": annotazioni, frantumi, versi isolati, relitti di componimenti scartati ma anche tentativi di sperimentare forme espressive più libere e spontanee. Si tratta, ha scritto Gabriella Palli Baroni, di un «libro al crocevia, in cui i modelli del passato, o le loro rovine, sopravvivono a fianco di nuove ipotesi di scrittura». Nonostante la sua natura ibrida e l'assenza di un nucleo ispiratore capace di farne un'opera dalla fisionomia precisa, la raccolta sorprende con testi che, pur nella loro natura frammentaria, hanno il sigillo della compiutezza e conferma quanto sia centrale nella ricerca poetica di Amelia Rosselli la riflessione sul rapporto fra scrittura e vita.