Se dunque è vero, come crediamo, che la poesia ha amanti e non seguaci (che brutta parola!), Rocco Cantafio ne è un amante incallito. Egli trova pace solo quando esprime in un verso quello che sente dentro e che vive fuori. Quando riesce a ricomporre, tra le venature del pensiero e di un foglio di carta, le bramosie liriche di concetti mai sterili o fine a se stessi. Scrive versi sempre nuovi e poi nuovi e li recita agli amici, perché la sua poesia è ricerca di condivisione. Poi si sofferma, medita, guarda là dove gli altri non vedono ed esprime la sua poesia, come amante in ogni momento della sua vita. Passa dalla contemplazione della natura: mari, cieli, boschi, rivoli o pianori, a quella della donna nella sua bellezza ideale più completa. Dalla poetica delle tenerezze a quella dell'animo inquieto, per giungere all'esaltazione della vita attraverso immagini sublimi.