"Tutto brucia tranne i fiori" di Roberto Dall'Olio è un poemetto incentrato sulla straordinaria vicenda di Abelardo e Eloisa, che scosse il mondo filosofico e religioso dei primi anni del XII secolo per la sua tragica conclusione. Abelardo, nato nel 1079, è da tempo il filosofo alla moda di Parigi; Eloisa, nata nel 1100, è una ragazza colta e ardente, che s'innamora del grande maestro, condividendo con lui, fra il 1116 e il 1117, una storia di passione e di conoscenza. Abelardo ed Eloisa leggono, studiano, si amano con furore, provocando lo sdegno moralistico dei familiari di lei e delle autorità religiose, che puniranno con brutalità e violenza Abelardo, costringendo Eloisa a prendere i voti. In monastero la donna, che si era formata più sui versi di Lucano e di Ovidio che sulle pagine delle Sacre Scritture, scriverà in una lingua dotta e immaginifica lettere brucianti di passione; lui, da tempo coinvolto in dispute teologiche, anch'egli costretto a prendere i voti, compone la "Historia calamitatum mearum" ("Storia delle mie disgrazie"), in cui racconta con spirito già moderno la propria vita e le battaglie filosofiche intraprese a difesa del proprio pensiero e della propria dignità umiliata. Roberto Dall'Olio, costeggiando con fedeltà storica questa impressionante vicenda - divenuta nei secoli quasi leggendaria -, compone un poemetto in dodici sezioni.