La materia e la trascendenza, il confinamento dell'io e la sua espansione, il sentimento doloroso dell'esistenza e la celebrazione della sua bellezza: il canto di Rainer Maria Rilke è un viaggio mistico, rielabora la condizione umana del divenire, la ricerca della salvezza quando ci si confronta con la propria dimensione più oscura e soprattutto con la morte. L'ultimo approdo resta un mistero, seppur trasceso da quel sentimento divino - incarnato da presenze eteree - che è la via del "mutate mente", la poesia che si fa preghiera perché "in verità cantare è altro respiro. È un soffio in nulla. Un calmo alito. Un vento".