Le dieci Elegie duinesi di Rainer Maria Rilke (1875-1926), pubblicate esattamente cento anni fa, costituiscono un caposaldo della lirica europea del Novecento. Al loro interno, l'Ottava, definita dal suo autore «l'elegia silenziosa», dà voce alla dimensione, preclusa agli umani, dell'"Aperto", dove non vige il nostro ordine scandito dal nascere e dal dover morire. Composta in endecasillabi, la lirica si segnala per l'estrema pregnanza delle sue immagini e per la nettezza del dettato poetico. L'analisi delle diverse versioni, dei diversi modi di porsi di fronte alla serie di problemi (metrici, ritmici, di pensiero e di concezione generale) dell'originale, rappresenta una sorta di percorso attraverso la storia della ricezione della poesia tedesca moderna nel nostro Paese, con una attenzione particolare al nesso inscindibile tra pratica della traduzione poetica e interpretazione.