Il guanto di crine è il testo chiave di Pierre Reverdy, diamante che riverbera il genio di colui che, nella Parigi degli anni Venti, i triumviri del surrealismo - Breton, Soupault e Aragon - consideravano «il più grande poeta attualmente vivente». Come scrive Giuseppe Yusuf Conte nel suo Invito alla lettura, questo libro - raccolta di appunti sull'arte e sull'anima - «procede per folgorazioni e immagini sorprendenti: il poeta è un forno che brucia la realtà al suo fuoco, un palombaro che scandaglia le profondità dell'essere, un gigante che passa per la cruna di un ago, e un nano che si espande sino a occupare tutto il reale».