La poesia di François Villon è uno straordinario affresco della Parigi del Quattrocento, brulicante di un'umanità semplice e reietta, assediata dall'ingordigia dei potenti e dalle necessità materiali dell'esistenza. Le sue ballate hanno sempre suscitato l'entusiasmo dei lettori e dei poeti, da Marot a Rimbaud, a Brecht, e di chansonniers come Brassens e De Andrè. In "Biss, Iüsért e alter galantomm" due giovani traduttori hanno ridato immediatezza a un mondo lontano, trasferendolo ai nostri giorni. Nella doppia versione, milanese e italiana, affiancata ai testi originali, i lettori vedranno dunque sfilare personaggi insospettabili, citati come incarnazione dell'eterno conflitto fra virtù e necessità, miseria e ricchezza, giustizia e iniquità.