Tra le pagine di questo libro Antigone torna ad abitare il mondo degli umani: ormai libera dal principio di rappresentazione, cessa di essere soltanto il simbolo di un ideale che la trascende e si configura innanzitutto come corpo dotato di anima e voce. Di questa voce, la poesia di Stefano Raimondi ci restituisce i suoni, i sapori e gli umori. L'Antigone, colei che reclama ascolto, lascia dunque cadere la maschera e occupa la scena in tutta la sua rinnovata essenza di donna in carne e ossa, libera e capace di vivere la propria parola, anche a partire dalla sua sessualità. Così Antigone può essere finalmente ascoltata. Raimondi ci propone una lettura umana ed esistenziale di Antigone che, proprio nella relazione con l'alterità, trova la sua dimensione politica: una dimensione capace di ascoltare e farsi carico dell'Altro da sé, chiunque esso sia e con tutto il suo patire, il suo sentire, i suoi bisogni.