Questa raccolta è un manifesto di ecopoesia, e un inno ai domani ancora possibili. Il corpo fisico di questo libro nasce con un corpo completamente diverso, però: immaginate il silenzio, le sale vuote del museo Jenisch a Vevey mentre all'esterno c'è un mondo in pausa e confinato (siamo in piena pandemia); immaginate un uomo da solo al centro di una vasta stanza, il ticchettio di una macchina da scrivere dalla quale fuoriesce un lunghissimo foglio, metri e metri di carta in rullo che ricade a terra.