Composte in due riprese tra il 23 e il 13 a.C., le "Odi" rappresentano la vetta dell'arte oraziana e uno dei capolavori più alti della lirica di tutti i tempi. È in questi versi, modellati sulla metrica dell'antica poesia lirica greca di Alceo e Saffo, che meglio si esprimono i temi cari al poeta di Venosa. Il senso della precarietà della vita, l'amore, l'amicizia, la bellezza poetica, come unico valore capace di sottrarsi al fluire del tempo, si esprimono in un'affascinante alternanza di toni che delinea un ritratto a tutto tondo dell'uomo Orazio, con i suoi crucci e le sue gioie, in un'opera vicinissima alla sensibilità del lettore del Ventunesimo secolo.