«In Luigi Pupolizio si avverte immediatamente una forte compenetrazione con la sua terra di origine, la Basilicata. Non dobbiamo, però, pensare ad un atteggiamento di tipo neorealistico, alla solita e antica denuncia civile e sociale che contrassegna non solo la poesia ma, in genere, la letteratura meridionale. C'è una forte tensione emotiva, direi una percezione lirica ed esistenziale che poco ha a che fare con la denuncia sociale. La lingua di Pupolizio è una lingua colta che innesta sulle parole della lingua comune vocaboli precisi e preziosi. [...] Diverso lo sguardo e la parola di Valerio Voci. Un linguaggio semplice e diretto che supera spesso lo scoglio di una facile semplicità. Quella di Valerio Voci è una poesia domestica che dà un senso di equilibrio e di verità». (Dalla Prefazione di Umberto Piersanti)