Letterato sensibile e squisito, insigne umanista e filologo, Poliziano è tra i maggiori poeti italiani del Quattrocento. Le sue liriche - invocazioni amorose, elogi di potenti e amici, canti funebri, invettive, celebrazioni, odi, suppliche - compongono un universo fantastico, intensamente vitale eppure lontano dalla dimensione quotidiana. Nelle Stanze per la giostra, che celebrano la vittoria di Giuliano de' Medici in un torneo, come nella Fabula di Orfeo e nelle Rime rivivono l'Olimpo pagano e i racconti mitologici del mondo antico. La fantasia trasfiguratrice del poeta disegna un mondo idealizzato che trasforma la realtà in bellezza e mito, un mondo pervaso da un lirismo intenso e talora inquieto ma anche da un acuto senso della fugacità del tempo. Sublimato nella favola, al riparo dal dramma, si consuma nella poesia di Poliziano lo scontro tra gli ideali umanistici - amore e gloria, virtù e bellezza, fama e poesia - e le forze che governano il reale: la Fortuna, il Fato, la Morte.