"In questi pochi sonetti, l'autore si è misurato con la storia, con la realtà. Ogni fatto da lui vissuto, ciascuna persona da lui conosciuta, le biciclette che gli sono state compagne per la sua ormai lunga vita, le serie dei rapporti in che si compongono e si scompongono ininterrottamente, a diversi livelli, si presentano in una forma più che eloquente. Non possiede, Enzo Pirroni la tranquillità, è ansioso, stanco, arrabbiato e usando la torcia della poesia, cerca di capire, s'interroga, bestemmia, maledice e si accorge che ormai le situazioni si complicano, si arricchiscono di una ressa di messaggi, di significati, di informazioni che lo costringono ad un lavoro ingrato: o accettare genericamente, in maniera inerte tutta la matassa confondente della vita, tutta la realtà già contrassegnata o cercare l'evasione nel ricordo, nella imprecazione più plebea, nella descrizione oscena degli eventi. La sua ricerca della verità (non un qualcosa di dato, un'entità suprema da riscoprire) è soprattutto un processo di scavo, un procedimento archeologico che gli viene costantemente sbarrato. Forse eccederò nel mio giudizio ma Enzo Pirroni è il solo, unico, degno erede di Olindo Guerrini."