Non si può non riconoscere a Pindaro il merito di una poesia capace di dispensare gloria immortale a chi si rende protagonista di imprese epiche. Celebrando le competizioni agonistiche del suo tempo, Pindaro dava conto di uno dei principali canoni dell'etica greca, quello che coniugava armonia estetica e dirittura morale, forza fisica e cultura: i valori di quell'educazione aristocratica alla quale egli stesso era stato formato. Nelle "Pitiche", i versi che celebrano i vincitori dei grandi giochi panellenici di Pito (Deli), che si svolgevano ogni quattro anni in onore di Apollo, Pindaro raggiunge davvero vette ineguagliabili. Se è inevitabile constatare la fragilità umana, ugualmente tutto ciò che è umano viene assunto nel mito e perde la sua limitatezza. A cura di Franco Ferrari l'opera dell'autore classico considerato profeta di una concezione morale e religiosa della vita.