Dopo essersi dedicato alla composizione di racconti brevi pubblicando, sotto pseudonimo, la raccolta "Il piacere della rinuncia" per i tipi di Piero Manni, l'autore torna ad affacciarsi sulla scena letteraria proponendo una silloge poetica, per certi versi, sorprendente. Attraverso un linguaggio asciutto ed efficace, privo di abusati compiacimenti narcisistici, ma rigorosamente e programmaticamente rispettoso della sintassi, l'opera propone due aspetti fondamentali del fare poesia: da un lato, la disincantata ricerca delle connotazioni essenziali dell'Essere in quanto Essere, dall'altro, la descrizione fenomenologica delle tonalità emotive che accompagnano il cammino, troppo spesso tormentato, dell'esistenza umana. Un libro scritto per pochi che, sulla scia dell'estetica heideggeriana, riunisce in sé il "pensare" e il "poetare".