Pierangela Rossi raggiunge la forma-poema, che per la sua brevità potremmo definire epillio, tramite strofe di varia misura, le quali, nel corso del pensiero che le confedera, si snodano in una serie di meditative variazioni. Detto altrimenti, la poetessa favorisce la germinazione dell'idea base, ma tramite uno stile asciutto e scarsa punteggiatura, sicché chi ha letto le sue poesie, prossime all'epigramma, non resterà sorpreso di ritrovare la stessa caratteristica anche in quest'opera più ampia dove si riaffacciano nuovi significanti come petroglifici, pretramonto, riconvolvolo, disappaiavo, viceversevole, albigine... La resistenza opposta alla lettura di Euridice dipende perciò dal suo formarsi lungo una serie di sciarade, anzi di rebus (questa è la parola impiegata in Euridice) passanti attraverso punti nodali che il lettore - messo in causa, anziché servito da componimenti già risolti nel loro significato - deve affrontare.