Parole che camminano su un sentiero quotidiano, in equilibrio sul bordo dell'abisso. Compassione senza illusioni nell'oscuro lavoro di manutenzione della vita, con impegno per la gioia nonostante tutto. Luoghi angusti da cui si può guardare lontano e immaginare il molteplice, oltre l'orizzonte come nella curvatura di un sasso, accanto alla resistenza di uno stelo vulnerabile e flessibile. La bellezza nel decentramento, la periferia della vita da cui aguzzare la vista. Postfazione di Gianluca Paciucci.